Manipulation-of-the-Mind from www_learning-mind_com

 Stare in guardia può risparmiarci una fortuna.

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L’accesso alle informazioni oggi non è mai stato più facile. Eppure, parafrasando un detto molto famoso, mai cosi pochi hanno avuto la capacità d’influenzare così tanti con tante – e tali – fandonie. Miti e realtà vengono confusi spesso, giovando a pochi e danneggiando molti.

Come sempre, non c’è mai un solo “colpevole”; it takes two to dance. Siamo tutti parzialmente complici, anche se agli occhi della legge alcuni di noi hanno più responsabilità. Spetta al lettore o al consumatore d’informazioni usare cautela e buon senso nel cercare di approfondire qualunque soggetto; alla stampa adempiere alla sua funzione di presentare una realtà obiettiva e non di parte o semplicistica; ed infine ai promulgatori dell’informazione evitare la distorsione dei fatti e del contesto, e soprattutto di non avvantaggiarsi dell’esiguità della linea che divide la scienza dall’ideologia. Consiglierei, come uno fra tanti esempi, un libro che mette in evidenza quanto sia facile cadere in quest’ultimo tranello nel campo della nutrizione: “Pane e bugie”, di Dario Bressanini.

La gestione patrimoniale non è esente da simili problematiche, il tutto a scapito del consumatore o di chiunque sia interessato a capirne di più sul soggetto. Beppe Scienza, professore di matematica all’Università di Torino, ha scritto un paio di libri e molti articoli che varrebbe la pena di rivedere (http://www.beppescienza.it). Nella gestione, il peso della responsabilità cade più pesantemente sulla rete di vendita di prodotti finanziari, anche perché le conoscenze dell’investitore tendono ad essere “bipolari”: o molto sofisticate o quasi nulle. In Italia questo problema è più acuto che altrove o nei paesi anglosassoni, ed è quindi doveroso prendere le giuste cautele.

Un esempio: la valutazione di quanto possano costare la gestione di un portafoglio o i servizi di una banca. (Considerazione importante: il compratore di un prodotto fisico sa precisamente cosa acquista, mentre quello di una gestione patrimoniale acquista una consulenza i cui risultati sono incerti.) Le regole richiedono che l’investitore s’informi leggendo il contratto di gestione ed il prospetto dei fondi in cui investe. Tecnicamente il promotore finanziario del caso deve semplicemente fornire questi documenti. Ma questo è un po’ come dire che il compito di un venditore di automobili finisce col consegnare il veicolo all’utente e col passargli il manuale d’uso – una tecnica usata a perfezione dall’IBM nella sua difesa contro l’accusa di pratiche monopolistiche negli anni settanta. Oltre a passare la documentazione dovuta un promotore con professionalità e con un adeguato senso di rispetto verso i clienti presenterà un’elaborazione dettagliata della stima dei costi (si può solo parlare di stima e non di pagamenti precisi) all’inizio della relazione, così che l’investitore possa almeno avere un’idea di quanto pagherà. Questo purtroppo non avviene con la frequenza che uno si aspetterebbe, ed è un vero peccato perché, come nel caso della disinformazione su quello che mangiamo, il risultato di quest’omissione va a scapito della credibilità di tutta l’industria in questione.

Grosso problema per quelli fra di noi che cercano veramente di aiutare invece che di arricchirsi con l’aiuto dell’oscurità burocratica.

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