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Roba che riempie le bocche ma non le tasche.

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Ci sono tante cose logiche che purtroppo non corrispondono alla realtà, come scorciatoie mentali che in pratica non aiutano.

Esempio 1. -Cosa logica: con la ripresa del mercato del lavoro arriverà anche la ripresa dei consumi. -Realtà: guardando i dati attentamente sono i consumi che tendono ad anticipare il mercato del lavoro. -Possibile spiegazione: la variabile mancante è il risparmio dei consumatori. (Per inciso, venerdì scorso si è fatto tanto fracasso sui dati dell’impiego statunitense anche se riflettono le condizioni economiche del paese di 3-6 mesi fa, non quelle odierne.)

Esempio 2. -Cosa logica (forse un po’ meno visto i risultati): analisti associano la crescita economica e dei profitti aziendali alla direzione del mercato azionario. -Realtà: la correlazione tra crescita (economica o dei profitti non fa differenza) e rendimento totale del marcato azionario è vicinissima allo 0 (anzi, è marginalmente negativa). -Possibile spiegazione: il mercato anticipa i dati; quello che potrebbe tornare utile sono le previsioni di crescita implicite nei prezzi di mercato (roba ancora più difficile da conoscere con precisione).

Come sempre, questo rimuginare sorge perché qualcosa ha sfruculiato (termine siculo) la mia pace quotidiana. In questo caso la “colpa” è della Charles Schwab, broker di fama internazionale, nella persona di Liz Ann Sonders. In questo allegato troverete come la Sonders spiega i vari modi di “valutare” il mercato azionario. Peccato che dei 12 metodi elencati solo 2 sono utili, nel senso che hanno una relazione storicamente accertabile con i rendimenti futuri delle azioni (oltre .84 di correlazione). Le rimanenti hanno funzione al massimo descrittiva (mostrano come qualcosa si è mossa nel tempo) e al minimo distruttiva (se non hanno rilevanza per dirci cosa fare, perché mostrale?).

La Sonders non è sola in questo contesto. Infatti, a parte un numero molto ristretto di analisti, tutti quotano il p/e (price/earnings o prezzo/utili) sui guadagni stimati dei 12 mesi futuri e qualche volta sui guadagni dei 12 mesi passati come la variabile sulla quale basare le loro previsioni di mercato. A parte la follia di valutare un investimento azionario sulla base di un singolo esercizio, c’è un’altra cosa bizzarra da notare. Nel caso dei guadagni prospettici, si arriva addirittura a sezionare un capello: si differenzia tra guadagni attesi dalla casa madre dell’analista da quelli del consenso di tutti gli analisti, in pratica equiparando quest’ultimo alla previsione implicita dei mercati. Questa è una bufala visto che le opinioni degli analisti non sono la stessa cosa di quelle degli investitori. Tutta roba per di più rigurgitata indiscriminatamente dalla stampa che come succede spesso non si preoccupa di separare il futile dall’utile.

È bene ricordarsi che di indicatori utili e formule valutative funzionanti ce ne sono, anche se non vengono quasi mai pubblicizzate. Basta guardare questo grafico di John Hussman che la dice lunga (per “nonfinancial GVA” sostituite “sales” o ricavi):

hussman graph

Source: http://www.hussmanfunds.com/wmc/wmc151130.htm

Photo source: own photo.