Cicli economici e di mercato dominati dal credito sono molto particolari.

Il credito è un elisir finanziario molto potente. In momenti di buona congiuntura economica, e con moderazione, può far un gran bene. In altri momenti, come oggi, quando il ciclo economico è più incerto e se ne e’ accumulato una marea, le cose si possono mettere molto differentemente. Pochi realizzano cosa significa abbassare la leva (o “deleverage”): un ciclo creditizio in contrazione è tutt’altro che facile da gestire ed è ancora più difficile da predire di qualunque altro tipo.

Un po’ come durante un’epidemia di ebola (quando si vedono “piccole esplosioni” del virus qui e la, sparse sulla carta geografica di una regione o di un paese), un abbassamento generale della leva sembra per lo più operare sotto terra, minando la stabilità del pavimento sul quale camminiamo. La difficolta’ sta nel capire come e dove questi movimenti di magma umano e finanziario vanno a sfociare. Sono sempre gli effetti secondari e terziari, non quelli ovvi ed immediati, che alla fine ci fanno cadere male. Anche a causa della forza apparentemente sproporzionata con la quale ci colpiscono, che è quello che s’intende quando si dice che i mercati e le economie non sono “lineari”.

Un esempio potrebbe aiutare a chiarire cosa voglio dire. Sabato il Financial Times riportava la storia che il costruttore russo Filaret Galchev è sotto pressione per la caduta delle materie prime e per il declino dell’attività nel campo delle costruzioni. Come effetto primario si nota che da tempo il suo indebitamento è in salita, oltre ad essere stato soggetto a varie modifiche e ristrutturazioni. Arriviamo quindi all’effetto secondario che in realtà ispira l’articolo, ed apprendiamo che per soddisfare una questione di collaterale a fronte di prestiti della Bank of America Galchev vende $1.5 miliardi di azioni della LafargeHolcim, deprimendone ulteriormente il valore di borsa. La somma in questione è praticamente pocket change in relazione al sistema finanziario mondiale, ma le vere domande sono: quanto dovrà ancora vendere Galchev e, ancor più pertinentemente, quanti altri come lui si nascondono lì sotto il pavimento? Più di uno certamente.

Come altri esempi tra i tanti, pensate allo stato e alle possibili permutazioni risolutive di quello che sta succedendo nelle banche italiane ed europee (dove lo scossone è arrivato tramite le nuove regole sul bail-in), oppure alla questione dell’indebitamento societario in Cina (dove la pressione politica alla crescita sta portando fra l’altro alla possibile svalutazione dello Yuan, nonostante le immense riserve), oppure alla situazione in Russia (dove il calo del prezzo del petrolio sta cominciando a far pensare al lontano 1998).

Questo film l’abbiamo già visto, anche se gli attori erano differenti. Per capire cosa succede nelle economie e nei mercati abbiamo bisogno delle analisi e dei dati rilevanti. Purtroppo in certi momenti storici questi non solo non sono più sufficienti, ma addirittura potrebbero causare un senso di sicurezza e precisione totalmente fuor di luogo. Perché il modo in cui gli eventi creditizi possono impattare il sistema finanziario, al di là delle reazioni primarie, è quasi totalmente imprevedibile.

Photo sources: https://ingvterremoti.wordpress.com/i-terremoti-in-italia/