Ci dovremmo preoccupare, e non solo per quello che leggiamo sui giornali.

Gira e rigira, vedo ovunque molta confusione, animi surriscaldati e mercati che sembrerebbero dare segnali contraddittori.

In politica – America, Europa, Italia – si continua a sparare sulle banche; tra Sanders e Clinton (lasciamo stare i Repubblicani) c’è guerra essenzialmente su come distruggere più efficacemente un’intera industria. Sui tassi governativi, che calano ormai da anni, siamo arrivati a livelli mai visti: oggi il decennale del governo svizzero rende intorno allo -0.45% (meno 0.45%). Le borse vacillano. E poi c’è l’oro dove il rialzo è frutto di poco meno di tre mesi di trading intenso (+16%).

Sui tassi e le borse ha pesato la politica delle banche centrali che si son fatte in quattro per spingerci a rischiare di più, per combattere la potenziale deflazione e per incentivare in qualche modo i flussi creditizi fuori dalle banche e nell’economia reale. Ma c’è pure qualcosa di più subdolo all’opera: i governativi sono anche considerati beni rifugio e quindi vengono acquistati dagli investitori in tempi di paura o incertezza “anormale.” Si dice che il recente comportamento del prezzo dell’oro sia dovuto agli stessi fattori, anche se il timing del rialzo è stato molto differente.

Ho paura che ci troviamo di fronte a possibili eventi destabilizzanti che richiederebbero, per correggerli, atti di leadership globale politicamente poco appetibili. Gli eventi destabilizzanti hanno a che fare con la semplice constatazione che i tassi così bassi stanno demolendo (paese più, paese meno) i nostri risparmi e la viabilità di intere fasce del sistema finanziario – banche, società d’assicurazione e fondi pensione (che includo per la similarità strutturale con le altre due). Gli atti di leadership globale richiederebbero l’implementazione di politiche dirette a salvaguardare queste industrie, cosa che al momento andrebbe, a dir poco, contro-corrente. (Bernie Sanders che diciamo domani se ne esce con un “Ragazzi, finora abbiamo scherzato; ora, seriamente…”; tanto vale che faccia le valigie e ritorni a casa.)

Quindi, l’oro sale perché la gente tutto sommato quando si tocca il sistema finanziario e si stampano soldi non si sente proprio al sicuro (nemmeno in Italia). E i tassi governativi scendono perché per qualche investitore, viste le alternative, anche il -0.45% nominale per i prossimi 10 anni fa brodo. Cosa potrebbe tirarci fuori da questo groviglio? Io vedo tre possibilità a breve (6-18 mesi):

La prima (probabilità meno di 1%) è che le teste importanti del momento, in tutto il mondo, si mettano seriamente a discutere del problema, e che ne traggano le conclusioni giuste ed un piano d’implementazione efficace.

La seconda (probabilità intorno al 10/15%) è che il mondo riprenda a crescere rapidamente in modo tale da dar respiro a redditi e consumi, da presentare opportunità d’investimento per il sistema finanziario, da incentivare la Fed a continuare nel programma di ri-normalizzazione dei tassi, così da curare i mali in modo naturale e indolore.

La terza (probabilità più del 15/20%) è che qualcosa da qualche parte non regga più, e che questo evento forzi la mano a tutti.

Questa lista non ispira proprio tranquillità.

Photo sources: http://www.economist.com/news/finance-and-economics/21644203-negative-interest-rates-do-not-seem-spur-inflation-or-growthbut-they-do-hurt.