Ho ricevuto – solo privatamente e quindi dovrete fidarvi di me – alcune osservazioni pertinenti che richiedono precisazioni.
     Una è questione di semantica (o del mio pessimo italiano; vedete voi): “complotto” può essere interpretato come un’azione contro un potere costituito; “cospirazione” è forse il termine più giusto per quello che intendevo dire.
     Un’altra riguarda il messaggio. La mia idea era quella di commentare sulla facilità con cui certe teorie cospiratorie vengono popolarmente accettate senza riflettere su quello che implicano da un punto di vista pratico (il “controllo” sugli eventi). Questo si riallaccia al fatto che come esseri umani amiamo le certezze e scansiamo le incertezze: quando non ci spieghiamo qualcosa – anche puramente aleatoria – o quando qualcosa ci fa del male, la colpa dev’essere sempre di “qualcuno” (se fosse di “qualcosa” non ci sarebbe più il problema). Da qui nasce la ricerca di poteri occulti o di gruppi di persone (stati, enti statali, industrie) che controllino sempre le infinite fila dei nostri destini a loro piacere e godimento. (Noi italiani, mi pare, siamo particolarmente attratti da teorie cospiratorie per praticamente qualunque evento impatti il paese. Umberto Eco, in “Numero zero”, ce ne da un esempio. Forse perché le cose vanno per il verso sbagliato da troppo tempo, e il “sistema” non ci fa uscire dal circolo vizioso di corruzione, manipolazione, feudalesimo, crimine, etc. Forse l’Italia non è mai stata una nazione come la Francia o l’Inghilterra ma un’accozzaglia di regioni che qualcuno decise nel 19mo secolo di riunire in un paese. Non so.)
     Nel post originale ho mancato di menzionare un fenomeno che produce un effetto finale simile a quello di una cospirazione: le attività separate e interconnesse di tanti esseri umani (“agenti”) in sistemi economici, politici, e aziendali alla fine “emergono” come un’azione coordinata di gruppo, dando l’impressione che ci sia un fattore comune in posizione di “comando”. Basta pensare a come gli stormi di uccelli volano in sincronia ed evitino gli ostacoli nel loro percorso: non c’è nessun coordinamento di base o un capo-uccello. Ci sono studi scientifici sulla complessità fatti presso il Santa Fe Institute che approfondiscono questi concetti; c’è anche un libro fantastico (“A New Kind of Science” di Stephen Wolfram) dove nei primi capitoli si dimostra come un semplice foglio di calcolo le cui cellule sono programmate con 2-3 regole riescano a produrre delle strutture e immagini fantastiche.
     Riconosco l’esistenza di persone che a volte operano al di fuori della legge. Brutta cosa che lascia molti di noi a dover giustificare le proprie azioni. Tuttavia, questi fenomeni non rappresentano cospirazioni in senso “macro”, ma crimini al livello “micro” in contesti limitati. Non credo in un “potere economico” genericamente costituito (che implica concertazione e coordinamento di eventi futuri ben al di là delle capacità di qualunque gruppo di esseri umani) ma credo nelle bad apples, di cui ce ne sono proprio tante.