Come pensare a tre tipi di questioni legate al sistema bancario.

Questa settimana Roberto Frigo ha pubblicato le sue riflessioni sulla questione delle banche italiane – e più – che trovate qui. “Buona stampa” certamente, con riferimenti ad articoli molto validi.
   Roberto a parte, purtroppo la confusione sulle banche e le questioni monetarie in genere regna sovrana. Questo non solo perché spesso ci vien passato indiscriminatamente quello che farfugliano in tanti (inclusi analisti ed economisti), ma anche perché ci sono elementi tecnici e teoretici genuinamente difficili da spiegare.

Prendiamo le banche e la loro partecipazione o meno negli sviluppi positivi di un’economia. Senza una ripulitura quasi totale delle attività non produttive (non-performing loans) la cosa è difficile che avvenga. Questo perché senza un conto economico decente la preoccupazione dei banchieri sarà quella di proteggere il capitale che è sotto pressione proprio per quei prestiti che non vanno. La via giusta è quella di assorbire (in modo o un altro: bail-in, aumenti di capitale, consolidamento dell’industria) al più presto le perdite, e di guardare al futuro. Senza questa ripulitura, le banche restano con la palla al piede. Vedasi il caso del Giappone che per i primi 10-15 anni (dal 1989) della sua crisi mise sotto il tappeto tutti i problemi bancari, e per i secondi 10-15 anni cercò (cerca ancora?) di tirarli fuori e di lottare contro la conseguente deflazione.

Come secondo punto, le banche centrali, mettiamocelo bene in testa, non possono aiutarci da sole a risollevare l’attività economica. Vari studi e commenti recenti (alcuni li trovate sotto la colonna My Current Reads di questo blog) lo dimostrano oramai abbondantemente. Passato il momento di vera costrizione monetaria della crisi (negli USA tra il 2007-2009, e in Europa tra il 2007-2009 e poi anche nel 2011) il quantitative easing aumenta solo le riserve bancarie che, a loro volta, rischiano di rimanere inutilizzate visto che le banche magari hanno altri problemi (vedi paragrafo precedente). Ed è per questo che come alcuni hanno notato il mantenimento di tassi irragionevoli ha avuto come effetti principali [1] l’aumento delle emissioni corporate, [2] l’utilizzo dei fondi così ottenuti per acquistare azioni proprie e pagare dividendi (e non quindi per investire in attività economiche reali), [3] la distruzione del valore dei risparmi di tanti, [4] l’assecondamento di una corsa continua al rendimento (che ci costerà un occhio).

Per ultimo, è importante capire che al livello aggregato la quantità di liquidità tenuta nei conti bancari o in quelli dei fondi comuni non aiuta nel determinare la direzione dei mercati. Quando leggete che la liquidità si “sposterà” da una parte all’altra, pensate a questo: se io ho un’azione FIAT e tu vuoi comperarla ed io te la vendo, indipendentemente dal prezzo la liquidità del sistema rimane la stessa (io vendo –> tu mi fai un bonifico –> il mio conto va su ed il tuo va giù –> liquidità totale = nessun cambiamento). Solo la banca centrale può aumentare o diminuire la liquidità di un sistema economico, e riguardo ai prezzi dei mercati sono le tendenze (a comprare o a vendere) dei partecipanti che ne determinano la direzione.

Buona giornata.

Photo source: http://www.economist.com/news/finance-and-economics/21600142-central-banks-will-be-financing-governments-permanent-basis-now-you-see-them