di Riccardo Stucchi (*)

Il mercato azionario è caratterizzato da periodi con tendenza al rialzo (bull market) e periodi con tendenza al ribasso (bear market). Negli ultimi 20 anni si sono verificati due bear market di grosse dimensioni. Negli anni 2000-2002 (bolla delle dot com) in cui l’indice S&P500 perse il 46% del suo valore, e negli anni 2007-2008 (crisi dei mutui sub-prime) in cui l’indice S&P500 fece registrare una perdita pari al 48%. Nel primo caso ci vollero 7 anni per recuperare il valore perso, nel secondo 6 anni.

Passiamo ad un esempio pratico. Cosa sarebbe successo ad un investitore molto sfortunato, che per questo chiameremo Paperino, che avesse deciso di investire nel momento peggiore, ossia appena prima delle due grosse crisi: 10’000 US$ nel 2000 e 10’000 US$ nel 2007? Prima di proseguire nella lettura, provate a immaginarvi quanto potrebbe essere, ad oggi, il capitale finale dell’investimento: 300 US$, 3’000 US$ o 30’000 US$?

Il Grafico I vi da la risposta, mostrando l’andamento del capitale accumulato da Paperino (con una linea tratteggiata sono indicati gli investimenti da 10’000 US$ e con una linea blu l’andamento dell’indice S&P, leggibile sulla scala di destra).

Grafico I

Il capitale finale dell’investimento è 34’492 US$, che corrisponde ad un rendimento annuale del 3.5%! Paperino, nonostante la sua sfortuna, è stato molto paziente (una qualità che qualunque investitore di lungo periodo dovrebbe avere) e non ha disinvestito mai. Questo gli ha permesso di recuperare quanto perso nelle due crisi e di portarsi a casa un guadagno tutto sommato apprezzabile.

Vediamo ora, con l’aiuto del Grafico II, cosa sarebbe successo al cugino fortunato di Paperino, Gastone.

Grafico II

Grazie alla sua proverbiale fortuna, Gastone ha investito 10’000 US$ nel 2003 e 10’000 US$ nel 2009, ossia nei punti più bassi toccati dal mercato azionario dopo le due crisi. Il capitale finale dell’investimento è 53’170 US$, che corrisponde ad un rendimento annuale del 6.3%. La differenza rispetto a Paperino c’è, ma non è abissale.

Tra l’investitore più sfortunato al mondo, Paperino, e quello più fortunato al mondo, Gastone, ci sono tutti gli altri investitori, con la loro dose di fortuna. Il loro rendimento medio è stato del 4.9% annuo, cioè +1.4% rispetto a Paperino e -1.4% rispetto a Gastone.

Se siete degli investitori di lungo periodo non date troppo peso alla scelta del momento giusto per investire: investire sui massimi o sui minimi è questione di fortuna, nessuno può prevedere l’andamento futuro a breve termine dei mercati. Il tempo, poi, vi farà recuperare gli eventuali errori che avete commesso.

 

-Note-
(*) Riccardo Stucchi è un ingegnere civile che lavora da anni in Svizzera nel settore infrastrutture nell’ambito della ricerca e sviluppo. Nel tempo libero è un curioso osservatore della realtà con occhio matematico.

-Altre letture-
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