di Roberto Toninello

Troika, ovvero il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Centrale Europea e la Commissione Europea.

Per il linguaggio delle periferie Troika = il Diavolo.

Questa brutta fama non è frutto dei suoi misfatti, ma è il risultato delle nostre colpe. Negate. Eclissate. Dimenticate. Omesse. Obliterate.

Quest’organizzazione internazionale interviene quando una nazione arriva al fallimento economico della finanza pubblica.

L’ho sempre paragonata al Giudice Fallimentare che subentra nell’amministrazione delle imprese fallite.

Non sempre interviene la Troika.

Nella storia italiana il giudice fallimentare ha avuto il nome di Amato nel 92 e di Monti nel 2011.

Sia i nostri Amato e Monti, sia la Troika si preoccupano di sanare la situazione. Tappare le falle, ovvero tagliare i costi. Quello che in altri termini si chiama austerity.

Ora veniamo al punto.

Certamente le politiche restrittive non sono la soluzione perfetta. Lasciano vittime sul loro percorso. La crisi economica si aggrava. Lord Keynes insegna.

Ma diventa difficile ipotizzare che un Giudice Fallimentare adotti politiche espansive, ovvero di allargamento della spesa. Infatti se fosse stato possibile allargare ulteriormente la spesa non ci sarebbe stato bisogno di chiamare un Giudice Fallimentare.

In politica ci si dimentica delle responsabilità di chi ha portato il paese al fallimento e si incolpa invece il Giudice Fallimentare di turno, sia esso Amato o Monti, dei sacrifici che si devono fare. Dei posti di lavoro perduti. Delle maggiori tasse pagate. Della riduzione di servizi pubblici.

Sette anni fa la Troika è intervenuta in Grecia. Tagliando pesantemente i costi dello Stato greco. 

Stato che per risolvere i problemi della sua economia aveva pensato che fosse sufficiente assumere alle sue dipendenze oltre la metà degli occupati totali. In un certo senso la Grecia pre-crisi aveva attuato il “reddito di cittadinanza “. Facendo un debito enorme. Debito che ha portato lo Stato greco al fallimento.

Allora in soccorso della Grecia sono arrivati i soldi della Troika che ha canalizzato sulla Grecia risorse prese da altri paesi, tra cui l’Italia.

Ovviamente la Troika ha richiesto che si tappassero le falle. Non era certo possibile che le altre nazioni europee finanziassero all’infinito il reddito di cittadinanza dei greci.

I tagli hanno messo sul lastrico milioni di persone e l’economia greca è precipitata in una gravissima crisi. Come lord Keynes insegna.

Per colpa della Troika? O per colpa dei governi precedenti che hanno fatto il debito?

Recentemente in Grecia vicino ad Atene si è sviluppato un incendio. I vigili del fuoco hanno faticato a domarlo. In un servizio televisivo si è data la colpa della Troika che ha costretto la Grecia a ridurre le spese dei vigili del fuoco.

Chi ha fatto il debito è assolto. Dimenticato. Omesso.

Questo gioco non porta bene. Porta acqua al populismo.

Questo gioco costruisce un mostro finanziario cattivo e speculatore contro cui bisogna combattere, mentre invece bisognerebbe combattere contro i teorici del debito illimitato che prima o poi ti porteranno al fallimento.

Dovremmo smettere di parlare negativamente della Troika. Non è un problema lessicale.

Se sbagli nemico sicuramente hai perso la guerra.

PS – È di questi giorni un ripensamento del FMI sulle politiche adottate in Grecia. Certamente col senno del poi qualcosa di meglio poteva essere fatto. In Italia, per esempio, avremmo dovuto salvare la capitalizzazione delle banche evitando quella stretta creditizia che ha fatto fallire centinaia di migliaia di aziende e paralizzato l’intero comparto delle costruzioni. Ma anche questo è col senno del poi. Ve lo vedete Monti che taglia le pensioni e i bilanci pubblici e mette un pacco di decine e decine di miliardi di Euro nella capitalizzazione delle Banche? Oppure fare il contrario, cioè spendere decine e decine di miliardi di Euro per ricapitalizzare le banche, senza fare nessun taglio di spesa mentre il paese era sull’orlo del fallimento finanziario? Col senno del poi si vedono gli errori, ma a volte ci si scorda del contesto nel quale vengono assunte le decisioni.

Roberto Toninello, 1° settembre 2018

Tra trentatré anni ne compie cento. Non sa ancora cosa farà da grande. Nella sua vita si è sposato due volte. Ha cambiato casa sei volte e ha fatto sette mestieri. Tutti diversi. Macchine automatiche, formazione professionale, servizi informatici, camion dell’immondizia, pasticceria. Gli piace la fisica delle particelle, la musica, la pittura e il non far niente.

Photo Sources –
Cover: 
https://www.brettonwoodsproject.org/2014/02/troika-hellhound-bites-back-greece/