I risultati passati non sono indicativi di quelli futuri
Quante volte abbiamo letto questa frase nel prospetto di un fondo? Spesso dimentichiamo la sua importanza.
Solitamente per individuare un fondo su cui investire si guardano i risultati che il fondo ha ottenuto negli anni precedenti. I prospetti dei fondi mettono sempre a confronto la performance del fondo con quella del benchmark di riferimento nei 5 anni precedenti. Se il fondo ha fatto meglio del benchmark, crediamo di aver individuato un bravo gestore in grado di battere il mercato, cioè la media di tutti i gestori.
Bastano 5 anni per essere sicuri di essere di fronte ad un bravo gestore invece che un gestore fortunato che ha ottenuto dei risultati migliori della media per caso?
Per rispondere a questa domanda possiamo fare un esperimento mentale: supponiamo di avere due monete, una “normale” che dà come risultato “testa” nel 50% dei casi (la media del mercato) e una “difettosa” che dà “testa” nel 60% dei casi (il bravo gestore). Quanti lanci in parallelo delle due monete occorrono per essere certi, statisticamente parlando, di individuare la moneta “difettosa”? Un gruppo di ricercatori1 ha fatto questa domanda a 700 persone. Il 25% delle persone ha indicato un numero di lanci inferiore a 10, mentre la risposta mediana è stata 40. La risposta corretta è molto più alta: 144 lanci.
Questo esperimento dimostra due cose. Primo, che se consideriamo un lancio come un risultato annuale di un gestore tendiamo a sottostimare il numero di anni necessari e quindi sovrastimiamo le nostre capacità di individuare la bravura. Secondo, che è necessario un numero enorme di anni, 144 per essere precisi, per poter distinguere la bravura dalla fortuna; si potrebbe allora pensare di confrontare il gestore ed il benchmark non annualmente, ma settimanalmente, riducendo il periodo di osservazione a 144 settimane, cioè quasi 3 anni. Tuttavia in questo caso la moneta “difettosa” non darebbe come risultato 60/40, ma un numero più vicino a 50/50, il che richiederebbe un numero di lanci aggiuntivo per individuarla, compensando esattamente la maggior frequenza.
L’esperimento è estremamente semplificato, ma le complicazioni del mondo reale fanno sì che il numero di lanci sia sbagliato per difetto. Se infatti si rende il problema più realistico, dovendo individuare una moneta “difettosa” in un gruppo di 4, il numero di lanci salirebbe a 220. Inoltre, la ricerca della bravura nel mondo degli investimenti è resa ancora più complessa da un elemento fondamentale: i bravi gestori che riescono a battere il mercato sono quelli che applicano strategie innovative, eccezionali. Tali strategie diventano, nel tempo, sempre meno efficaci in quanto sempre più capitali vengono investiti in quel modo: diventano cioè normali.
In definitiva, i risultati passati su un periodo di soli 5 anni non aiutano a distinguere la bravura dalla fortuna e quindi a individuare un gestore in grado di battere il mercato. Visto che è praticamente l’unica informazione che abbiamo per poter scegliere (a meno di andare a conoscere personalmente ogni gestore, cosa difficile), cosa ci resta da fare? Accontentarsi di replicare il mercato con strumenti passivi e/o concentrarsi su quello che si può controllare: i costi.
Riccardo Stucchi
-Note-
(1) https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=3034686
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-Photo Sources-
Cover: https://statsbomb.com/2016/02/luck-vs-skill-and-attack-vs-defence/