Investire nello studio
Investire nello studio dei propri figli conviene?
Prima o poi qualsiasi genitore si pone la domanda: è meglio che mio figlio(1) studi all’università o no? Proviamo ad analizzare quale, dal punto di vista economico, sia la scelta migliore.
Avere una laurea permette di accedere, mediamente, a stipendi più alti. D’altro canto, i costi da sostenere negli anni di frequenza dell’università non sono trascurabili. Il basso numero di laureati in Italia (18% della popolazione) rispetto alla media dell’OCSE (37%) potrebbe indurre a pensare che un titolo di studio terziario non abbia, nel Bel Paese, un ritorno finanziario sufficiente.
I numeri, però, dicono il contrario. Il più recente University Report di Job Pricing(2) mostra che la retribuzione annua lorda media dei laureati è superiore a quella dei non laureati per tutte le fasce d’età (Tabella 1) con una differenza che diventa considerevole oltre i 35 anni di età.
Considerando i redditi netti e rielaborando i dati di Tabella 1, il Grafico 1 mostra l’evoluzione del reddito annuo per le due categorie in esame. Sommando i redditi nell’arco di tutta la vita lavorativa la differenza risulta essere di oltre 400’000 euro netti a favore dei laureati, senza considerare che anche la pensione di un laureato sarà mediamente superiore per via dei maggiori contributi versati.
Grafico 1
I costi, tra gli 8’000 e i 10’000 euro annui per uno studente fuori sede(3), potrebbero tuttavia risultare insostenibili per molte famiglie, impedendo loro di accedere ai vantaggi dati da una laurea. Se però si inizia a risparmiare con largo anticipo, magari fin dalla nascita del figlio, l’esborso può risultare meno impegnativo. Investendo i risparmi, poi, si riduce anche l’esborso totale.
Nella Tabella 2 sono presentati i risultati di una simulazione teorica di investimento(4) con 3 ipotesi di rendimento: 2%, 3%, 4%. Mandare all’università un figlio costa “solo” circa 1’300-1’600 euro all’anno per 25 anni.
La simulazione è molto semplificata, ma mostra come la regolarità di risparmio e investimento e soprattutto il tempo facilitino il conseguimento di obiettivi che potrebbero sembrare irraggiungibili.
Dal punto di vista finanziario, quindi, non c’è dubbio su quale sia la risposta migliore alla domanda iniziale. Si potrebbe obiettare che l’analisi si basa su redditi passati: chissà se nel futuro (si parla di un futuro piuttosto lontano se i figli sono ancora piccoli) la differenza tra i redditi fra laureati e non laureati manterrà le stesse caratteristiche. Oppure che prende in considerazione dei valori medi: ci sono sicuramente dei non laureati che guadagnano di più, magari anche molto, di un laureato. Tuttavia, un certo grado di incertezza è inevitabile: ogni scelta che si fa nella vita è una scommessa, ed è meglio puntare sull’opzione che dà maggiori possibilità di successo (la laurea in questo caso).
Riccardo Stucchi
-Note-
(1) L’articolo è tutto al maschile per comodità, ma le considerazioni sono ovviamente valide anche in caso di figlie femmine!
(2) https://www.jobpricing.it/wp-content/uploads/2018/06/University_Report_2018.pdf
(3) http://www.federconsumatori.it/news/foto/Rapporto%20costi%20univ_II%20parte%202016-2017.pdf
(4) L’investimento prevede di versare nel conto investimento una cifra annuale costante per 25 anni. Negli ultimi 5 anni vengono anche prelevati dal conto 10’000 euro ogni anno per sostenere le spese universitarie. Al termine dei 25 anni il conto di investimento ha saldo nullo. Si fa notare che le cifre riportate sono al netto dell’inflazione.
-Altre letture-
My CurrentReads – un elenco degli ultimi 30 titoli (libri, articoli o post di blog) che abbiamo trovato interessanti: colonna a destra sulla HOME page, o sotto LIBRARY > MY CURRENT READS.
Research– documenti di ricerca economica e finanziaria: sotto LIBRARY > RESEARCH.
-Photo Sources-
Cover: http://indianexpress.com/article/education/tips-on-how-to-save-and-invest-for-your-childs-education/
Mi pare che ci siano due errori
1 deliberatamente sceglie di far andare in pensione prima il non laureato che però potrebbe benissimo lavorare altri 5 anni oppure dovrebbe considerare la pensione che lui percepirà. A meno che non assuma che i laureati vivano 5 anni in più
2 il time value of money: 5 anni di redditi subito (che in Italia spesso diventano 6/7 anni) valgono molto di più di in termini di VAN/NPV di redditi percepiti tra 35 anni
L’analisi andrebbe fatta attualizzando i flussi
Che ne pensa ?
Bell’analisi. Però ci si dimentica sempre del costo opportunità. Ovvero, nei 5 anni in cui uno studente si laurea, migliore delle ipotesi, l’alternativa è lavorare e percepire già un reddito.
Ipotizziamo un reddito netto medio di poco sotto alle 20.000 euro, a cui andiamo ad aggiungere il tfr che inizia ad essere accumulato su un fondo integrativo, magari con una buona componente azionaria.
Inoltre percepiamo i versamenti INPS, 9% da parte nostra e 23% datore di lavoro.
Insomma semplifichiamo, 30k euro all’anno? 5 anni, 150k. Costo oppurtunità.
Con un buon piano di accumulo, nei 5 anni, la persona si può trovare con poco meno di 100k liquidi da stipendio, a cui va aggiunto l’interesse composto dei 5 anni, e se si sapesse investire bene…
Oltre a tfr accumulato su fondo integrativo e 5 anni di contributi già versati.
A questo aggiungiamo 40/50 k euro di costi per la formazione universitaria.
Ora ci siamo.
Adesso sarebbe davvero carino calcolare un break even point. Probabilmente il laureato, verso i 50 anni, forse, potrebbe arrivare in break even. Forse. E nel frattempo sono volati 50 anni.
Questo per la media. Chissà cosa ne pensano tutti quei laureati che non sono riusciti a trovare un buon impiego. Il loro investimento di quasi 200k euro per la laurea (costi reali + costi opportunità), sono persi per sempre.
Discorso inverso per laureati Bocconiani magari, che hanno risultati interessanti, forse fra gli unici in Italia, o qualche ingegnere. Certo un bel master forse serve in ogni caso.
Insomma, laurearsi in Italia, conviene? A livello economico, su una vita totale lavorativa, teoricamente si, ma in pratica, bisogna riflettere molto. Se arrivo in break even oltre i 50 anni, e solo nella media del mercato…da imprenditore non so se sarebbe un ottimo investimento.
Un po’ più di consapevolezza su nozioni fondamentali come costi opportunità, capacità di investimento, essere imprenditori di se stessi, sul mercato, quanto valgono?
Molto diversa la realtà USA, dove i laureati sono molto ricercati, e dopo pochi anni dalla laurea iniziano già a percepire stipendi decisamente più alti, che in un lasso di tempo ragionevole ripagano l’investimento fatto, anche se a volte molto cospicuo.
Il miglior investimento? La cultura e la crescita personale
Grazie; condividiamo la maggior parte della sua analisi (eccetto quando dice che se il break-even e’ a 50 anni “nel frattempo sono volati 50 anni”; in realta’ ne sono volati una trentina).