Dalla discussione con un amico, uno strumento per scegliere il fondo pensione con maggiore consapevolezza.

L’altra sera, ad un aperitivo, il mio amico Piero (nome di fantasia) mi racconta che ha deciso di aderire ad un fondo pensione. Starete pensando: piuttosto che partecipare ad un aperitivo dove si parla di fondi pensione me ne sto a casa a guardare il replay di una delle partite del Giappone ai Mondiali. Avete ragione. A mia discolpa posso dire che l’argomento non l’ho tirato fuori io.

Al che mi sono permesso di chiedere: “Quanto ti costa il fondo?”.

Piero: “In che senso?”. Già dalla risposta avrei dovuto capire dove si andava a finire.

Io: “Nel senso, quanto sono i costi di gestione? Il TER, Total Expense Ratio?”

Piero: “Un attimo che cerco…”. Dopo qualche minuto a smanettare sul cellulare: “Qui dice che il TER è il 2.25%”.

Io: “Per la miseria!” (eufemismo)

Piero: “Perché, è tanto?”

Io: “Tantissimo, pensa che ci sono fondi pensione che costano solo lo 0.75% l’anno! Ti consiglio di cambiare fondo pensione…”.

Piero: “Beh, ma tra il 2.25% e lo 0.75% non è che cambia tanto, è solo l’1.5% di differenza”.

Ho provato a spiegare che anche piccole differenze percentuali, se cumulate per molti anni, hanno un notevole impatto sul capitale finale, ma senza molta fortuna. Gli effetti della capitalizzazione composta non sempre si riescono a cogliere in modo intuitivo.

Tornato a casa, ho deciso quindi di scrivere questo post per cercare di fornire uno strumento pratico per poter confrontare i costi di due fondi pensione, in cui si versa una somma costante ogni anno. Il risultato è la tabella qui sotto (1), pensata per un investitore giovane, visto che assume una durata dell’investimento di 35 anni.

Tabella 1

Ecco come usare la tabella:

  • Si scelgono nella riga rossa e nella colonna blu i costi di due fondi pensione (nell’esempio del mio amico 2.25% e 0.75%).
  • Si individua la cella all’incrocio della riga e colonna considerata.
  • Si moltiplica il numero trovato (17.0) per il versamento annuo che si intende destinare al fondo pensione, supposto costante nel tempo. Il risultato fornisce la differenza di capitale finale tra le due opzioni considerate. La differenza è positiva se è più vantaggioso il fondo scelto nella colonna blu, negativa se è vantaggioso il fondo scelto nella riga rossa.

Nel caso del mio amico, che aveva deciso di versare 5’000 euro all’anno nel fondo pensione, la scelta del fondo più costoso invece di quello più economico avrebbe comportato un capitale finale di 85’000 euro inferiore!

Con questa cifra a disposizione non avrei avuto difficoltà a convincere Piero. E magari a farmi offrire l’aperitivo o, per bilanciare il consiglio che gli ho dato, anche i prossimi 10’000 aperitivi.

Riccardo Stucchi

 -Note-

(1) Si è ipotizzato che l’investitore versi nel fondo pensione una quota costante per 35 anni. Il fondo pensione ha un rendimento annuo del 4% al lordo dei costi.

 -Altre letture-

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 -Photo Sources-

Cover: http://www.giovannimancini.com/storie-amicizia-anziani-vecchi-bar