Meglio la sicurezza del tasso fisso o l’azzardo del tasso variabile?

Dovete comprare casa e andate in banca a chiedere un mutuo. Vi mettono di fronte a due opzioni: il tasso fisso o il tasso variabile. Cosa conviene scegliere?

Innanzitutto, per i meno esperti in materia, vediamo in via estremamente semplificata la differenza tra le due opzioni. Con un mutuo a tasso fisso si paga una rata costante nel tempo, stabilita al momento dell’apertura del mutuo, che dipende dal tasso di interesse applicato. Con un mutuo a tasso variabile, invece, la rata non è fissa, ma dipende da un tasso bancario di riferimento di breve termine.

Le differenze non finiscono qui, ce n’è una sostanziale e che balza subito all’occhio: la rata. Oggi, le migliori offerte sul mercato per un mutuo da 200000 euro pagabile in 30 anni sono grossomodo le seguenti: tasso fisso all’1.9% e tasso variabile all’1.15% + Euribor 3 mesi (totale 0.85%). In pratica, una rata da circa 730 euro per il tasso fisso e una rata di 630 euro per il tasso variabile. 100 euro in meno al mese non sono poca cosa. A maggior ragione se di rate da pagare ne abbiamo 360.

Come detto prima, però, i 730 euro del mutuo a tasso fisso verranno pagati dal primo all’ultimo mese, mentre i 630 euro del mutuo a tasso variabile sono la rata iniziale. Nel mutuo a tasso variabile, quindi, non siamo certi dell’entità delle rate che andremo a pagare in futuro. In altre parole, ci si espone al rischio di un aumento dei tassi di interesse, e di conseguenza della rata del mutuo che potrebbe raggiungere livelli insostenibili per le nostre tasche.

Quindi, cosa conviene fare? Vale la pena assumersi tale rischio? Per prima cosa proviamo a capire di che cifre stiamo parlando.

Il grafico seguente mostra il cambiamento dell’importo della rata del mutuo a tasso variabile, confrontato a quella del mutuo a tasso fisso assumendo che l’Euribor cresca fino a raggiungere il valore del 2% in una decina di anni.

Grafico 1

Nel giro di 5 anni la rata del tasso variabile raggiunge e poi supera (passando da 630 a 820 euro) quella del tasso fisso e, in termini totali, si finisce a spendere oltre 20000 euro in più con il tasso variabile. Quindi, la scelta tra un mutuo a tasso fisso ed uno a tasso variabile si traduce in una domanda: i tassi saliranno o scenderanno in futuro? Nel primo caso conviene il tasso fisso, nel secondo il tasso variabile.

Prevedere in che direzione andranno i tassi su un arco temporale di 30 anni, tuttavia, è una pazzia. Guardando l’andamento storico del tasso Euribor a 3 mesi (Grafico 2, dati tratti da (1)) e immaginando di essere nel 2003 con un tasso pari al 2%, avremmo previsto una discesa dei tassi fino ai valori attuali? Molto meglio affidarsi ad un ragionamento di buon senso e far corrispondere l’orizzonte temporale delle attività (la casa) con quello delle passività (il mutuo), scegliendo il mutuo a tasso fisso.

Grafico 2

La situazione eccezionale in cui ci troviamo, con tassi ai minimi storici e negativi per via delle politiche monetarie della BCE, consente di azzardare una piccola previsione: difficilmente i tassi scenderanno ancora o rimarranno a questi livelli per un lungo periodo di tempo. A conferma che, ad oggi, la scelta migliore da fare è una sola: il tasso fisso.

Riccardo Stucchi, 3 novembre 2018

-Note-
(1) http://sdw.ecb.europa.eu/quickview.do?SERIES_KEY=143.FM.M.U2.EUR.RT.MM.EURIBOR3MD_.HSTA

-Cover-
Riccardo Stucchi