Qual è il legame tra disuguaglianza e crescita secondo una pubblicazione del Fondo Monetario Internazionale.

La disuguaglianza dei redditi è uno dei principali, se non il principale, problema sociale dei nostri tempi. Essa è spesso citata come una delle cause dell’affermarsi dei movimenti populisti e della crescente domanda di protezione. Per questo motivo, il Fondo Monetario Internazionale ha provato a fare un po’ di chiarezza sugli effetti della disuguaglianza sulla crescita economica, con risultati molto interessanti (1).

Il tema è molto complesso. Teoricamente, infatti, la disuguaglianza può avere effetti diametralmente opposti. Da un lato, un aumento della disuguaglianza dei redditi dovuta, per esempio, ad una maggior ricompensa per scelte imprenditoriali rischiose o per innovazione, può promuovere la crescita. Dall’altro lato, la disuguaglianza può ostacolare la crescita se le persone a basso reddito rimangono costantemente meno produttive per via di una più lenta accumulazione di capitale umano (ossia conoscenze, competenze, abilità) e di una maggiore esclusione finanziaria.

La letteratura economica non era finora riuscita a trovare una chiave di lettura a questa apparente dicotomia, con risultati inconcludenti e contraddittori.

I ricercatori del Fondo Monetario Internazionale, seguendo una recente linea di ricerca, hanno provato a separare gli effetti della disuguaglianza di opportunità e quella dovuta al merito (2) e a concentrarsi sulla prima, con risultati molto promettenti.

I dati mostrano che la disuguaglianza di reddito tende ad avere maggiori effetti negativi sulla crescita in paesi caratterizzati da un’elevata disuguaglianza di opportunità. I ricercatori propongono anche tre meccanismi per i quali ciò avviene:

  1. In paesi in cui l’accesso all’educazione è diseguale, una perdita di reddito può provocare la perdita di opportunità educative, riducendo l’accumulo di capitale umano e quindi la futura crescita di produttività;
  2. In presenza di un mercato del lavoro rigido si hanno opportunità diseguali tra chi ha un lavoro e chi no e un peggioramento della distribuzione dei redditi dovuta, ad esempio, ad una crisi può ulteriormente svantaggiare chi non ha un lavoro;
  3. Un accesso diseguale al credito crea minori opportunità di investimento per i redditi più bassi, condizione che peggiora ulteriormente in caso di un aumento della disuguaglianza dei redditi.

In parole povere, le crisi, che necessariamente continueranno ad accadere per via dell’impossibilità di prevedere il futuro, hanno effetti peggiori in paesi con maggiore disuguaglianza di opportunità.

I ricercatori confermano che per favorire la crescita è necessario adottare delle politiche che riducano la disuguaglianza di reddito e tali politiche avranno risultati migliori in quei paesi in cui la disuguaglianza di opportunità è alta (paesi sudamericani, secondo la ricerca) o media (paesi europei e USA) piuttosto che in paesi con bassa disuguaglianza di opportunità (paesi scandinavi). Nel lungo periodo suggeriscono tuttavia di cercare di eliminare le disuguaglianze di opportunità, migliorando l’accesso all’educazione, riducendo la rigidità del mercato del lavoro e facilitando l’accesso al credito. Così facendo, oltre a migliorare le condizioni di uguaglianza, si avrebbe anche una crescita economica più stabile e meno influenzata dalle crisi.

Chi ci governa dovrebbe tenere conto dei risultati della ricerca economica per stabilire quali politiche adottare per favorire una crescita stabile, invece di riproporre sempre le stesse ricette che si sono dimostrate fallimentari.

Anche noi però dobbiamo fare la nostra parte. Se sulla riduzione della disuguaglianza dei redditi c’è ampio consenso fra la popolazione, sulle riforme strutturali necessarie a contrastare le disuguaglianze di opportunità, in particolar modo quelle che interessano il mondo del lavoro, c’è addirittura una forte opposizione. Si tende sempre a preferire i cambiamenti che coinvolgono gli altri, non noi stessi.

Riccardo Stucchi, 24 febbraio 2018

-Note-

(1) https://www.imf.org/en/Publications/WP/Issues/2019/02/15/Inequality-of-Opportunity-Inequality-of-Income-and-Economic-Growth-46566

(2) Per valutare l’effetto della disuguaglianza di opportunità si divide la popolazione in gruppi di persone che hanno avuto grossomodo le stesse condizioni e la disuguaglianza di opportunità è data dalla disuguaglianza totale fra i gruppi.

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