Tremate, tremate, le streghe son tornate!


Erano gli anni settanta. Questo slogan era gridato nei cortei delle donne che chiedevano la parità.
Oggi, non certo per questione di parità di genere, lo slogan è declinato al maschile.
Tremate, tremate, gli stregoni son tornati!
Sono gli stregoni del debito.
Sei disoccupato? Prenditi questo reddito di cittadinanza. Chi paga? A debito, poi vedremo.
Sei povero? Prenditi questo sussidio, la povertà è abolita. Chi paga? A debito, poi vedremo.
Vuoi andare in pensione? Hai ragione, è un tuo sacrosanto diritto. Chi paga? A debito, poi vedremo.
L’economia è ferma? Dobbiamo fare ancora più debito! Ma alla fine chi paga? Debito, debito, poi vedremo.
La risposta del debito è facile. Accontenti tutti e apparentemente nessuno paga. Mancano i soldi? Facile, usciamo dall’Euro e stampiamoli!
Ci siamo già passati. E i soldi li abbiamo già stampati. Erano gli anni 80. La spesa pubblica era gonfiata dalla generosa riforma delle pensioni e dalla sanità gratuita per tutti. Erano gli anni in cui abbiamo accumulato il debito pubblico che oggi ancora ci affligge.
Risultati di quell’operazione: bancarotta, inflazione, svalutazione ripetuta della lira.
Nel 92 arriva il Governo Amato che per tamponare quella stortura ci massacrò di tasse, sino al prelievo forzoso sui conti correnti.
Purtroppo tutti se la sono presa con Amato e non con i governi che hanno prodotto quel mostruoso debito.
La Democrazia Cristiana e il Partito Socialista nel 94 perdono le elezioni per l’effetto tangentopoli e non per la bancarotta a cui avevano portato il paese.
Poi siamo arrivati alla crisi del 2008 appesantiti dal nostro vecchio debito. Quando sarebbe stato necessario dilatare la spesa pubblica per sostenere la nostra economia, vittima della crisi americana, scopriamo che non abbiamo soldi da spendere.
Appena il Governo Berlusconi prova ad allargare la borsa, la nostra finanza pubblica entra in crisi. L’interesse pagato (lo spread) per farsi prestare il denaro per fare più debito schizza in alto verso livelli che compromettono definitivamente la tenuta dei conti pubblici. Berlusconi va a casa e arriva Monti e Fornero che, come Amato nel 92, ci danno una bella salassata di tasse, balzelli e taglio al sistema pensionistico.
A fatica ci rimettiamo in carreggiata.
Ma non abbiamo imparato la lezione. Pensiamo che Berlusconi sia caduto per un “complotto” internazionale. Pensiamo che Monti sia amico delle banche e della finanza speculativa.
Non abbiamo capito che il nostro problema è il debito troppo alto. Quindi accusiamo i governi di ascoltare troppo Bruxelles e di non fare gli interessi degli italiani.
Allora votiamo per i partiti della spesa facile, della spesa a debito, partiti che raccontano che per risolvere i problemi della povertà e della disoccupazione occorre aumentare la spesa pubblica. Ragionamento vero se il debito fosse piccolo e poco costoso, ma il ragionamento diventa falso a fronte del nostro debito che è già gigantesco. Quello che vorremmo spendere dilatando la spesa purtroppo non va ai poveri e ai disoccupati ma viene letteralmente mangiato dagli interessi passivi. Per fare più spesa ci servirebbe qualcuno che ci prestasse i soldi a tasso zero. Forse Babbo Natale!
Presto i nodi verranno al pettine. I soldi non si stampano con la fotocopiatrice. La vita reale non funziona così. Prima o poi la maggiore spesa va pagata con soldi veri.
Ma questi stregoni del debito hanno già pronta la soluzione. Il problema non è il debito degli italiani, il problema è l’Europa delle regolette, dei burocrati, degli zero virgola. Il problema è l’Euro, una moneta buona solo per i tedeschi e cattiva per gli italiani.
Tremate, tremate, gli stregoni son tornati!

Ciao a tutti,
Roberto Toninello, 7 maggio 2019

Cover: Magdalena Abakanowicz, «Crowd and Individual», https://ilmanifesto.it/gli-stregoni-dello-stile-dominante/